Abstract
L’opera è una saga di ampio respiro sugli indiani delle grandi pianure nord-americane, ambientata temporalmente sul finire del settecento e include i primi sporadici incontri con i bianchi da parte della nazione Dakota. Vuole dare voce a personaggi di tempi remoti, che si valutano ormai perduti, per riviverli e conoscerli nella loro modernità e contemporaneità, fino a stupircene. Vuole essere anche un tributo al cavallo e alla epopea equestre dei planidi, che costituisce a tutt’oggi una vera iperbole culturale. Il racconto narra il passaggio del protagonista, figlio di un capo di una delle più importanti famiglie dell’alta aristocrazia guerriera lakota, dalla adolescenza alla prima maturità, nell’arco delle quattro stagioni che compongono l’anno.
Questo passaggio viene illustrato non solo attraverso lo svolgersi della vicenda, ma con squarci di descrizioni preziose e puntuali dei luoghi e del quotidiano, dei flussi di coscienza e conoscenza che portano a una maturazione nel pensiero e nell’esprimersi dell’io narrante. Non si assiste semplicemente ad una crescita: il lettore cresce pagina dopo pagina con il protagonista, esperienza dopo esperienza, avventura dopo avventura, conoscenza dopo conoscenza. Non si tratta di leggere di indiani, si tratta di rapportarsi e, quindi, conoscere, pensare e vivere da indiani!