Libri dell'autore
Il peso del dolore
Luigi Antonio Zucca
pagine: 358
Quante volte nascondiamo agli altri le nostre ferite, a volte causate da noi stessi, spesso da altri? Quelle che giacciono in profondità, nascoste all’occhio umano? E quanto vorremmo che qualcuno fosse in grado di condividere il peso che portiamo sulle spalle, come Atlante, il re mitologico greco che sorregge il peso del mondo, e di prendersi cura di queste nostre cicatrici che ogni tanto tornano a sanguinare. Enrico, fotoreporter di fama internazionale, porta in sé un grande dolore che fatica a sconfiggere o ad allontanare, malgrado gli aiuti e gli sforzi profusi. Il destino gli porge su un piatto d’argento l’occasione per trovare la pace e giustizia che aspettava da oltre trentacinque anni, quando si trova in Argentina, a Buenos Aires, per assistere alla finale della coppa del mondo di calcio del 1978. Le amicizie nuove di quei giorni, assieme ai ricordi di un’infanzia spensierata dove i valori dello stare insieme erano fondamentali, lo aiuteranno a lenire il dolore ormai radicatosi nel corpo e nell’anima. “È incredibile come il dolore dell'anima non venga capito … Se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche. Eppure il dolore dell'anima è una malattia molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola … Sono ferite che non guariscono quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.” Oriana Fallaci, “Insciallah”