Maurizio Zampini

Ma cosa c’entra un algoritmo con Jiao, la bellissima cinese compagna dell’avvocato Massimo Franchini, Max per gli amici? E’ l’autore stesso, tra le righe del romanzo, a rivelarcene i motivi: il “giallo” è una specie di gara intellettuale tra il lettore e la dimensione investigatrice di chi scrive. Il crimine va risolto con metodi logici e reali, come logici e reali sono i procedimenti di calcolo ordinati secondo regole programmate e operazioni complesse, mai ambigue, insite nell’algoritmo. La vita di Jiao è in serio pericolo e l’avvocato si deve impegnare ogni oltre limite per risolvere l’algoritmo e salvarla. Tra intrighi, tradimenti, sorprese continue con la suspense che cresce rapidamente pagina dopo pagina, l’autore ci presenta un romanzo che si legge tutto d’un fiato e ci trasmette emozioni ed inquietudini, invitandoci a meditare sugli impulsi aggressivi e violenti dettati da prepotenze e sentimenti di rivalsa che possono corrodere la nostra psiche e distruggere la nostra esistenza.

L’anziano bidello Ascanio ha educati i suoi quattro figli nel rispetto dei principi con i quali è cresciuto: rettitudine, onestà e rispetto degli altri. I giovani invece vogliono vivere la vita a modo loro, essere indipendenti e liberi di scegliere quello che ritengono più giusto. In una piccola città di provincia del centro Italia, durante il periodo buio della seconda guerra mondiale, insieme alle sofferenze patite ed alle angosce per il futuro, si intrecciano, andando indietro nel tempo fino al 1939, le vicissitudini della famiglia Valentini. Una famiglia come le tante, con il solo padre che lavora, con la madre che non poteva che fare la massaia e con i quattro figli che crescendo accrescono i tormenti dei genitori. Tra un amore impossibile, il frutto di una passione sfrenata e la scelta di lottare clandestinamente contro l’occupazione nazifascista, gli eventi si susseguono in un’atmosfera sommessa ed ovattata, sempre piena di amore e tenerezza.