Stefano Giangrasso

Ritorno bambino, ritorno alla terra, lo faccio negli abiti di oggi con le tasche piene di nostalgia. Il tempo che fu, la natura che fu, e quelle persone partite per sempre. Quando vivere era più semplice, quando bastava poco per stare bene. Ricordi in poesia di una piccola società di paese, legata alla terra e alle tradizioni. Sembra passato un secolo, da quella serenità, e dai quei giochi. Gli ingranaggi del tempo moderno così veloci macinano riquadri e fotografie, ma non riescono a consumare i miei ricordi più belli. Poesie nella terra, sbocciano ancora in questo mondo di cemento. 

Mettersi sempre al centro, posizionarsi sempre sopra. Questa è la cosa che noi umani sappiamo fare meglio. Distruggere l'ambiente nel quale viviamo, affidarsi ancora alle guerre, per risolvere i problemi, discriminare le diversità e i diversi. La scienza sta facendo passi da giganti, l'intelligenza artificiale promette di fare cose per noi, mentre proprio noi regrediamo, diventando sempre più ignoranti. Le Poesie ed brevi racconti contenuti, in questo libro, sono il mio biglietto pagato per fuggire, via, il mio grido di denuncia, la mia flebile speranza, per un esistenza migliore.

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? I tre quesiti per eccellenza. Arrivato ad una certa età me li sono ritrovati davanti. Il destino ha voluto che trovassi anche le risposte giuste. Un cammino spirituale, un viaggio introspettivo alla ricerca del mio essere. L’anima eterna è parte integrante del Signore. Io lo chiamo Krishna, ed a lui per riconoscenza ho dedicato queste poesie e preghiere.