Quando Noorun arriva a Milano dal Bangladesh ha venti anni ed una istruzione modesta. Ma porta con se’ una dote straordinaria: la sua intelligenza. Nel nuovo ambiente trova un soprannome che non si scrollerà più di dosso: ‘Luce’. Viene a contatto con persone che mai avrebbe pensato di conoscere: Stefano, giovane e brillante professore di Astrofisica, la sua bellissima fidanzata Paola, e vari baldanzosi specialisti dell’ambiente informatico. Luce è al contempo desiderosa di farsi strada in questo mondo frenetico e spaventata dalle reazioni che la sua persona suscita. Tutti le fanno i complimenti per la sua deliziosa cucina, le lingue che parla perfettamente, i grandi progressi nello studio delle scienze: ma spesso dietro la facciata di stima ed affetto si celano sentimenti ostili, e ha paura che i suoi nuovi amici vogliano in realtà solo ridimensionarla. Persino Stefano, che inizialmente l’aveva tanto affascinata, forse mira soltanto a liberarsi di lei. Ma Luce non può e non vuole fermarsi: come la pianta che lotta con l’asfalto per arrivare all’aria aperta, la sua partita per non soffocare le sue grandi doti e l’animo irrequieto è appena iniziata.
Una notte non riuscivo a dormire: verso l'una sono sgattaiolata in cortile. Ai miei occhi stava apparendo un quadro composto da tante distorsioni temporali, come se tutte quelle stelle avessero concordato di offrire quella visione proprio a me, che stavo osservando il cielo da un piccolo villaggio sperduto del pianeta terra.
Biografia dell'autore
Andrea Scaffardi

Andrea Scaffardi nasce a Roma nel 1956, si trasferisce nel Vicentino ad inizio anni 90, poi a Milano nel 2003 dove vive con la moglie. Dopo una vita nel mondo EDP (amato con moderazione) si è dedicato in pieno all’insegnamento della Matematica, svolto già parzialmente nella sua vita veneta. L’idea del racconto di Luce risale a oltre trenta anni fa, ma ha preso corpo solo recentemente, poco prima che il COVID sconvolgesse le nostre vite (nel romanzo non si parla del virus, volutamente: almeno nelle opere di pura fantasia possiamo per un po’ far finta che anche i problemi peggiori non siano mai esistiti).