Il testo di Ciro Caso, è una raccolta di poesie e di alcuni racconti. Il testo si presenta nella prima parte con delle poesie, dove vengono trattati argomenti vari. Si parla di droga, delle prime esperienze, delle feste, la pace. In alcuni punti la poesia assume toni di tristezza e altre volte presenta dei toni molto più pacati. È anche una poesia sarcastica, con la denuncia di alcune verità. Altre volte presenta un tono più volgare. Sono tutte comunque di grande effetto, e lasciano delle svariate sensazioni. Scorrendo nella lettura le poesie hanno un qualcosa di magnetico, che spingono il lettore alla lettura dei versi, si presentano essere nel loro insieme melodiose, trattando con una certa delicatezza argomenti di vario genere. Preme sottolineare, una cosa che bisogna tenere in considerazione è quel senso di dolcezza e pacatezza che viene trasmesso quando si parla della pace ponendosi la domanda è possibile vivere in un mondo senza guerra? E da qui partono una serie di riflessioni. Bisogna dire che è una poesia reale, in cui vengono trattate tematiche veritiere e invogliano il lettore a pensare.
Ciro Caso nasce a Napoli, all’ombra del Vesuvio sotto il segno della bilancia, quinto di sette fratelli, dopo la scuola dell’obbligo entra in “bottega”, laboratorio artigiano dove apprende le tecniche di restauro dei mobili antichi, doratura e intaglio. L’atmosfera barocca cittadina, il contatto con i vari Maestri incontrati insieme alla semplicità artistica sperimentata in bottega formano la sua coscienza per l’arte classica. Dopo il servizio militare si trasferisce a Firenze dove apre un proprio laboratorio di restauro. Raggiunta la stabilità economica, decide di riprendere gli studi interrotti, si diploma in ragioneria, frequenta la facoltà di medicina dell’università di Firenze senza però conseguire la laurea. Si trasferisce a Montignoso, in alta Toscana, si appassiona alla storia locale, scopre nelle pieghe della storia del paese le radici del proprio dialetto, infatti i montignosini “di ritorno” dalla deportazione in Campania, fatta dagli antichi Romani, hanno lasciato una cospicua eredità del dialetto napoletano appreso in cattività. Fonda una associazione archeologica che riesce a portare l’attenzione sui ruderi del maestoso castello “Aghinolfi”, ne diffonde la storia con cicli di conferenze in circoli, scuole elementari e medie, contribuisce ad ottenere un finanziamento europeo per il restauro, cura personalmente la ristampa in anastatica di alcuni volumi di storia locale. Il percorso artistico prosegue con la frequentazione in uno studio pittorico dove apprende le tecniche per appagare la necessità di rappresentare la bellezza classica, infatti i suoi dipinti hanno la caratteristica della “citazione”. E’ ispirato dai grandi pittori, Caravaggio in primis. Scrive racconti, poesie, ricevendo attestati e premi, recita da dilettante in compagnie amatoriali, discreto affabulatore è spesso l’animatore della compagnia. Tenace ciclopasseggiatore ha percorso migliaia di chilometri in bicicletta attraversando la Spagna fino a Santiago de Compostela, la Croazia, la Slovenia, la Bosnia, senza trascurare la nostra bella Italia, dal delta del Po fino nelle Puglie, in Calabria, in Sicilia, In Sardegna. Ama fare nuove scoperte e conoscenze, mai sazio, beve avidamente i sapori e i profumi dei luoghi che attraversa, spalmando queste esperienze nello scorrere del vivere quotidiano.