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Giovanni Canzoneri

Giovanni Canzoneri
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Giovanni Canzoneri

Giovanni Canzoneri, operaio, poeta e contastorie libertario, nasce a Palermo il 6 maggio del 1975. Trascorre l’infanzia e parte della picciottanza a Bagheria, terra di Buttitta e di Guttuso, crescendo con la cultura dei “cunti” paesani trasmessi dai nonni e dai genitori. Nell’ottobre del 2000 si trasferisce a Reggio Emilia, terra dell’Ariosto e del Prampolini. Esordisce nel 2010 con la raccolta di cunti intitolata Conti zafarani. Nel 2013 pubblica la seconda raccolta Vi cuntu e v’arriccuntu. Nel settembre del 2014 pubblica Operazione fico d’India, un giallo con sfumature graffianti e divertenti, il tutto servito in salsa sicula; nel 2016 la raccolta di quattro racconti Così è (se vi piace); nel giugno 2017 Chiddu chi sentu, raccolta poetica siciliana; e nel 2018 il romanzo breve Arde la brace sotto la cenere.

Tantissimi i premi in diversi concorsi letterari nazionali e tantissime le segnalazioni e le pubblicazioni. Tra i più importanti:

  • 2° premio al concorso “Padre Pino Puglisi” con la poesia L’anciluzzu (maggio 2014, Caccamo);
  • 2° premio al concorso letterario “A. Manganaro” con la poesia Nun si sulu (ottobre 2014, Barcellona Pozzo di Gotto);
  • 2° premio al concorso letterario di poesia umoristica “Lu bene chi ti vuje” con la poesia Avvenne, sul meriggio, in una chiesa (ottobre 2015, Ortona);
  • 2° premio al concorso nazionale di poesia “FilicusArte” con la poesia Lettere dal monte (dicembre 2017, Barcellona Pozzo di Gotto);
  • 1° premio al concorso letterario “Caterina Martinelli” con la poesia Nun t’affruntari (ottobre 2019, Roma);
  • 1° premio al concorso di poesia “Libertaria” con la poesia Occhi di picciriddi (settembre 2020, Carrara);
  • la sua fiaba Fabula rasa è 1a al concorso letterario “Racconta la tua fiaba” (ottobre 2020, Roma). Farà parte di un audiolibro per bambini, voce narrante Mauro Serio;
  • 1° premio al 4° concorso “FilicusArte”  (marzo 2021, Barcellona Pozzo di Gotto) con la poesia D’amuri e di duluri, lirica dedicata alle donne di Giuseppe Pinelli.
  • 1° premio al 6° concorso internazionale di poesia e narrativa “Città di Cefalù” con la poesia I cavaleri di Ruccedda (aprile 2021, Cefalù).

 Alcuni suoi scritti sono apparsi su: Umanità Nova, Sicilia Libertaria, Reporter, Pupi di Zuccaro (rivista letteraria on line), I Siciliani (giornale fondato da Giuseppe Fava), La Campaña (giornale argentino) e Babbaluci News (street magazine palermitano).

La sua pagina Facebook è “CUNTI & co. di Giovanni Canzoneri”.

Libri dell'autore

Figli della stessa madre

Giovanni Canzoneri

pagine: 90

La poesia è essenziale, la poesia spoglia l’eccesso per cercare la parola giusta, il senso che chiarifica. La poesia apre mondi di senso, di consapevolezza improvvisa e lo fa toccando corde intime. Quando un componimento parla proprio a te, alla tua pancia e al tuo cuore, è come se pompasse più forte il sangue nelle vene. È come la primavera: risveglia! Per questo la poesia civile, politica, impegnata, o come la si voglia chiamare, è un dono, perché per sentirla basta mettersi in ascolto e arriva diretta con le sue verità, le sue crudità e denunce. Eppure abbiamo disimparato a fare memoria e a costruire lotte sociali anche attraverso di lei. Sembra esserci sempre meno tempo, meno spazio, meno orecchie per questa arte in un’epoca che corre veloce. Abbiamo dismesso e dimenticato i cantanti di strada e i declamatori da osteria, da casa del popolo, da manifestazione. Eppure qualcuno ha resistito, qualcuno è ancora tra noi. Giovanni ad esempio, il cantore che brinda alla memoria con il bicchiere della staffa; il compaesano che trovi nei luoghi dell’incontro solidale a incartare la farina con un po’ di storie; il militante che con le parole rivoluziona il sentire. Un tutto di mondi che incontriamo nei suoi componimenti, nati dall’urgenza di non scordare che sotto ai piedi abbiamo radici da innaffiare e da curare.   (dalla prefazione di Gemma Bigi)  
13,00 12,35

Sonetti ribelli

Giovanni Canzoneri

pagine: 72

La sua poesia non è per tutti, non perché sia complicata o “dialettale” (per usare un termine stupendo che è stato ribaltato di senso e stravolto fino a tramutarlo in accezione negativa), ma perché fa male. È una poesia che straccia le consuetudini, che induce, obbliga a riflettere, graffia il foglio fino a comprimerlo e incendiarlo. Le grammatiche stesse della poesia classica non sono un appannaggio del poeta Canzoneri; in lui vi è ricerca libera, libertaria, senza orpelli didattici o indottrinanti. Già il titolo dell’opera Sonetti ribelli indica in modo esplicito il suo poetare. I suoi sonetti non seguono le regole della metrica, non hanno un dogma ridondante esclusivistico di ardua comprensione, non hanno strutture delineate da angoli di fogli didattici, ma sono voli pindarici completamente in balia dei venti; quindi liberi nell’espressione più “illegittima”. Non sono composti da quattordici versi, non sono endecasillabi, non sono divisi in due quartine e due terzine, non seguono uno schema di rime... Insomma, si rifiutano di sottostare ai canoni convenzionalmente imposti.
13,00 12,35

La rivolta dei santi e altri racconti

Giovanni Canzoneri

pagine: 82

“Quannu era picciutteddu, durante le vacanze estive passavo due settimane a casa dei miei nonni materni a Campofelice di Roccella, nell’attesa delle ferie di mio padre. […] Le giornate a Campofelice passavano allegramente fra giochi e racconti paesani, fino a quando un giorno feci una scoperta. Sotto il letto nella ‘stanza dei cherubini’ trovai una valigia di cartone risalente all’unico viaggio negli States che i miei nonni fecero anni addietro. […] Tornai nella casa dei nonni per l’ultima volta nell’agosto del 2006. […] Salite le scale, arrivai nella famosa stanza dei cherubini; di colpo mi ricordai della valigia, mi misi faccia bocconi davanti al letto e allungai il braccio. Era ancora lì. La presi con la solita accortezza e la aprii: era tutto come l’avevo lasciato, […] poi mi apprestai a chiuderla come facevo da picciriddu pensando che qualcuno potesse arrivare, ma qualcosa lo impediva. Riaprendola, mi accorsi che dalla tasca interna, nella parte superiore della valigia, fuoriusciva un quadernino. Incuriosito, lo presi e cominciai a sfogliarlo. Era un manoscritto intitolato La rivolta dei santi e altri racconti, quattro in totale, e nella prima pagina una scritta: ‘A te, scopritore di codesti scritti. Un sol desio chiedo solamente, quello di divulgarli alla gente’. Non so chi sia l’autore o se le storie riportate siano veritiere, è un quesito che mi porterò dietro per sempre... e con me, anche voi tutti”.
12,00 11,40

 

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