Libri dell'autore
Lupus nel paese dei vandali
Giuseppe Sabbatini
pagine: 128
Completare la Storia può diventare un hobby, un gioco divertente e appassionante.
Bastano un pizzico di fortuna nell'individuare un periodo interessante e poco conosciuto, un po' di personaggi che la Storia l'abbiano davvero fatta, alcune date importanti, degli sfondi rispettosi della realtà, due o tre soggetti che nessuno conosce ma che con qualsiasi nome debbono pur essere esistiti e che così possono ora diventare dei protagonisti.
Conta solo aver prima svolto una documentata e rispettosa ricerca che curi i particolari e soprattutto la connessione fra i dati emergenti che spesso viene trascurata se non addirittura dimenticata.
Avendo rispettato tutte le accortezze raccomandate e poiché lo scritto è in buona parte anche frutto di fantasia mi auguro che il risultato risulti piacevole e interessante.
Ezio
Generale Romano
Giuseppe Sabbatini
pagine: 182
La curiosità di conoscere le avventure e i destini dei personaggi reali o anche solo di fantasia che si erano agitati nel precedente scritto dal titolo "La Battaglia dei Campi Catalaunici" aveva preso pure me. Erano in molti e si trattava di narrare tante storie in una: questa è la sostanza del romanzo. Ogni protagonista meritava di avere spazio nel suo titolo, ma è apparso doveroso riportare tutte le storie ad Ezio perché lui tutte le richiama e giustifica. Nella roulette della loro vita la morte, il mistero che tormenta l'uomo, spesso ha cantato vittoria. Ma l'amore prevale, nell'attesa e anche nel dopo, e non poteva essere diverso perché è il solo sentimento che produce e nutre la vita. La speranza è dunque proprio questa: che l'amore non appassisca mai; senza di lui sarebbe la fine.
Focaracci della Venuta
Giuseppe Sabbatini
pagine: 74
L’avvocato Giuseppe Sabbatini in questa sua pubblicazione illustra un argomento caro alla devozione popolare, soprattutto dei marchigiani: “Focaracci della Venuta”. Vi premette opportunamente una sintesi della “questione lauretana”, perché i fuochi accesi nella tarda serata del 9 dicembre fanno memoria dell’arrivo a Loreto della Casa nazaretana di Maria, avvenuto, secondo la tradizione, il 10 dicembre 1294. La parte sui “Focaracci” è molto interessante, anche per le varie testimonianze scritte, in prosa e in poesia, in primo luogo il lungo componimento in vernacolo recanatese del Mazzagalli, egregiamente tradotto in italiano dall’autore, il quale, oltre al resto, a conclusione, riferisce una sua toccante testimonianza personale. Leggendo queste pagine, si avverte una viva partecipazione all’argomento da parte dell’autore, che qui assolve una specie di obbligo morale verso se stesso, avendo vagheggiato da tempo l’idea di scrivere qualche cosa sull’argomento, e verso persone care passate al Signore, che gli hanno insegnato molto nella vita.