Relitti sommersi, consuetudini incise nella pietra, trattati scolpiti negli echi del vento salmastro: il diritto internazionale del mare affonda le sue radici nelle acque del Mediterraneo orientale, culla delle civiltà Egizia, Fenicia, Minoica, Micenea, Greca, ma anche ispirazione e fonte di prosperità dei popoli stanziati nella "Mezzaluna Fertile".
In questo santuario mondiale, tra commerci fiorenti, alleanze fragili e battaglie per il controllo delle rotte, si sono delineate le prime forme di un'ordine giuridico che ancora oggi è conteso fra correnti di libertà e venti di impetuoso dominio che oscurano i suoi orizzonti.
Quella del Mediterraneo è una storia che unisce il pensiero di filosofi, artisti, poeti, ma anche la tenacia dei naviganti e l'espressività degli artisti, i quali mossi da una idea di purezza che lega le profondità celesti all'infinito sono riusciti a restituire alla modernità una chiave di lettura "sostenibile" sulla gestione delle risorse idriche e degli spazi marini.
Questo sentimento indissolubile che unisce gli uomini al mare, non può concretizzarsi senza la consapevolezza di una intramontabile verità , la quale è emblematicamente sintetizzata in un verso del poeta siciliano Giovanni Verga:"il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole".
Biografia dell'autore
Andrea Galati
