La foto di copertina è stata scattata da me stesso alcuni anni fa.
Il cielo era coperto, uniformemente grigio, e il mare lo rifletteva completamente, al punto che, all’orizzonte, si aveva quasi l’impressione che il mare si fondesse con li cielo. Io mi trovavo sul bagnasciuga e guardavo distrattamente le piccole onde che si infrangevano sulla spiaggia e risaccavano conservando un profilo schiumoso.
Ad un tratto il cielo si squarciò: nello strato di nuvole si aprirono varchi dai quali trapelava la luminosità del cielo sovrastante. Quell’immagine si rifletteva solo sullo strato d’acqua che rimaneva sulla sabbia mentre l’onda si ritirava, e soltanto in quei secondi (o frazioni di secondo) in cui lo strato d’acqua manteneva uno spessore sufficiente a riflettere l’immagine; poi bisognava aspettare la prossima onda per sperarare di rivederla. Riuscii a fare un paio di scatti prima che il cielo si richiudesse e tutto tornase grigio. Quell’immagine ritengo sia emblematica dello spirito che ispira e accomuna le vicende narrate in questo libro. Infatti, indipendentemente dalla trama, gran parte della narrazione conduce a constatare che le convinzioni sulle quali si fondano i comportamenti dei protagonisti, pur avendo una sembianza di solidità e pur basate su teorie condivisibili, vengono smentite dai fatti o sconfessate dagli stessi protagonisti dei racconti. Il fine della narrazione è osservare quanto tutto sia opinabile e confutabile perché la realtà oggettiva non esiste: esistono solo realtà soggettive e istantanee. Soggettive perché i nostri sensi percepiscono solo una piccola parte della realtà. La nostra vista non rileva le cose molto piccole e non inquadra quelle molto grandi. Cattura immagini che vengono riflesse dalle superfici che restituiscono gran parte della luce dalla quale sono colpite (gli specchi, l’acqua, i metalli ecc.) ma se l’oggetto è meno riflettente rileva solo l’oggetto stesso. Poi non vediamo le onde sonore e quelle elettromagnetiche. l’aura che circonda gli esseri viventi….tutte cose che sappiamo esistere. Le realtà è istantanea perché l’universo è in continua evoluzione e, un attimo dopo, la realtà è mutata: come l’onda della foto. Quando ci rivolgiamo a ciò che ci circonda, percepiamo migliaia di “cose” : immagini, suoni, odori, sensazioni ecc. Però la realtà è costituita da milioni di miliardi di quelle “cose” e per noi è impossibile recepirle tutte. Le nostre opinioni, le nostre convinzioni, potrebbero essere smentite da chi ha percepito dettagli che a noi sono sfuggiti o da strumenti che hanno rilevato immagini o rumori o onde per noi irrilevabili. La teoria quantistica, riferendosi alla realtà atomica si affida al concetto di “probabilità” e credo che anche noi dovremmo rimetterci a quel concetto quando analizziamo ciò che ci circonda, tenendo conto che tutto è costituito dall’infinitamente piccolo.