Libri dell'autore
Poesie all'imperfetto
Silvano Toscani
pagine: 228
Ho conservato il retaggio spiritualista trasmesso dal mio popolo, orgoglioso di appartenervi ed esserne il continuatore. Quel mondo, imitato nelle minuzie da sembrarne avaro, mi ha permesso di credere, di vivere, di ricevere e di dare, passando inosservato, in solitaria attesa.
Ma come si diventa umili, se non apprezzando l'esile dell'umano? Come ci si sente indispensabili se non facendo quel poco che altri hanno già fatto per riceverne l'esiguo?
Eppure, quel retaggio mi prospettava davanti un grande vuoto; tuttavia non ne provo paura, bensì il convincimento che solo da esso possa rinascere nuovamente un mondo improntato su valori umani.
Poesie dal profondo
Silvano Toscani
pagine: 210
Il mondo che si apre al di sotto è un mondo basso. Parla con voci che giungono dal profondo, con parole che chiedono aiuto, con arcani che invitano a partire. Siamo noi quel mondo. Sono nostre quelle voci. L'essere umano è misero e bisognoso; la vita un arcano. Tutto il mio viaggio si è svolto per quella strada. Tutto da essa mi è giunto, tutto mi ha portato via. Più volte sono andato e ritornato. Più oltre mi sono spinto e oltre il lontano ho dovuto abbandonare quel circondario ricco e voluttuoso, ma assassino, che ha riempito e caricato queste poesie che raccolgo nel libro come: Paradossi sociali, Alla donna, L'età e la morte, Ipnosi del mondo. Sono i titoli delle raccolte. I personaggi delle poesie sono i miei affetti cari. Il desiderio di scrivere, tuttavia, è scaturito per rimarcare al mondo la netta dualità tra il bene e il male; a volte inutile ed inconcepibile il soffrire, altre sconosciuto ed inavvertito l'amore. In ogni caso, i lineamenti soggettivi e delle forme ricoprono il valore del vissuto, condizione unica per trarre insegnamento, tanto auspicata quanto affievolita, poiché il mondo è una trappola abbagliante per l'uomo.
Poesie dell’aia
Silvano Toscani
pagine: 238
Ho fatto poco nella vita, e quel poco l’ho sempre costruito e difeso, giorno per giorno. Allora qualcuno potrebbe obiettare. Perché renderlo pubblico e non, gelosamente, serbare tutto per sé? In quel poco sta la risposta. Non sono i grandi esempi che possono essere imitati, li dobbiamo tenere come punti di riferimento e considerare casi limite.
Utile ed istruttivo è il prossimale. In quell’invalicabile linea di demarcazione tra il mio e l’altro si fonda ogni fase di crescita e di fusione tra interno ed esterno. In quelle poche cose, semplici e a portata di mano, si costituisce il vero, il concreto, la realtà che non tradisce il sogno e il sogno che non sottomette la razionalità. Ed è nell’immediato che ci si aggrappa per costruire e difendere il nostro oggi e ancor più l’altrui domani.