Quanto mi costò portare a termine l’epistolario
“L’Anno di Anna”
non l’ho mai capito, ma penso
che stava per prendere davvero una brutta piega;
stava per diventare quasi un’ossessione…
o forse lo era già diventata,
non lo so.
Quante contraddizioni,
quante ripetizioni e quanti pensieri nati e spezzati
per niente; ma quanto tempo sprecato…
questo no, non lo posso dire!
Non posso dirlo perché credo sia stato per me
un vero percorso terapeutico,
oltre che una insolita storia di ragioni e sentimenti.
Di sicuro mi fu d’aiuto
quello strano modo di scrivere, in quel periodo
così particolare della mia vita,
così grigia, così turbolenta, così piena e così vuota…
e così difficile.
“Una storia quasi vera,
un racconto da inventare…”