Tempi, luoghi ed eventi che delineano origini, storie, culture ed evoluzioni di borghi marinari e paesini limitrofi adagiati tra Timpa, Mare ed Etna.
pagine: 174
Analisi, studio e approfondimenti in un'area di Capomulini (Acireale) che ospitava un tempietto di epoca romana, dove probabilmente, al primo approdo di genti dell'esercito romano, era stata edificata una fontana votiva (poi ampliata) come segno di ringraziamento alla dea Venere. La costruzione è databile tra il II sec. a.C. e ii I sec. d.C. II sito è parte del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell'Aci, ricadente tra i comuni di Acireale, Acicatena, Acicastello, Aci S. Antonio e Valverde. Trattasi presumibilmente di un tempio distilo in antis con crepidoma ancora praticabile.
II sito, ii tempietto, e quanto ad essi collegato, creano un filo logico che contiene i percorsi turistici (archeologici, paesaggistici e naturalistici), folcloristici, enogastronomici, produttivi, sociali e culturali che collegano, già dalle isole dei Ciclopi, I' Area Gazzena, Acque Grandi, Santa Caterina, Santa Maria della Scala, la Timpa, Santa Tecla, Scillichenti, Stazzo e Pozzillo; il tutto prepotentemente e indissolubilmente parte del Parco (a rete) Archeologico, Paesaggistico e Naturalistico della Valle dell' Aci e le importanti ricchezze che da esso possono scaturire per la scuola, i cittadini, il turismo e lo sviluppo economico, sociale e culturale. Ciò potrebbe ridare al sito, ed aree limitrofe, l'interesse che merita, in virtù della storia che si sprigiona da tutta l'area archeologica e la stazione neolitica come pure dal contesto paesaggistico e naturalistico in larga parte abbandonato all'incuria e al degrado.
II libro ricostruisce origini, storie e culture dei borghi marinari, collinari o di rilievi precostieri, sottostanti e/o a ridosso della Timpa di Acireale, ne traccia l'origine dei toponimi e delle vicissitudini storiche sin dal momento grecoromano stabilendo il ruolo del sito nella conformazione attuale della costa, tenendo presente le varie colate e sovrapposizioni laviche che hanno interessato i luoghi nel 344 a.C. e nel 1390 d.C. che hanno cancellato abitati e comunità dalla faccia della terra e stravolto il disegno originario della linea di costa, proiettandolo verso il mare, coprendo così le tracce e spostando di fatto l'origine dei primi siti costieri più a monte.