Secondo il comune intendere, l'identità siciliana sarebbe insita in ciò che ci è stato propinato, inculcato sin dalle elementari; che tutto il nostro bagaglio identitario sarebbe così legato ai celebrati greci e poi i romani, a pupi e carretti siciliani, arance e mandarini. Tra l'altro, storie mal narrate, distorte e spesso infondate, che poco o niente hanno a che fare con il vero siciliano che sostanzialmente in quelle rappresentazioni non c’è. Oggi qui vive un siciliano, ignaro deluso, smarrito, ironico, disincantato e sovente indolente. Disorientato quando gli si chiede della sua identità storica siciliana o peggio da quale periodo essa possa essere datata. Il libro spiega perché non possono essere le istituzioni a determinare ed imporre una identità di popolo, sulla scorta delle ideologie del dirigente o assessore del momento, ma bensì il cittadino, la persona che, dopo aver indagato, letto, studiato gli eventi che si sono succeduti nei tempi e nei luoghi interessati, fatto proprie le caratteristiche che secondo lui sono determinanti al fine identitario di ciò che uomini, popoli e loro idee, hanno causato o subito nella nostra isola. Ecco perché ritengo indispensabile studiare le fasi preistoriche, protostoriche e storiche che ci riguardano. Immigrazioni, invasioni, dominazioni, culture e civiltà che hanno attraversato la Sicilia. L'identità si forma nel corso di un tempo illimitato e contiene una miscellanea di elementi e valori quali le culture, i saperi, le ambizioni, le aspettative sociali, la lingua, il folklore (sapienza di popolo che comprende anche i proverbi - Aristotele che scrisse un libro di proverbi, li ritenne "frammenti di un’antica sapienza…”), amori, passioni, sentimenti ed emozioni che si tramandano per mezzo di scambi sociali che non si possono insegnare ma solo manifestare. Tiriamo le somme e ricaviamone un'identità per questi siciliani. Ah, alla Regione c’è pure un assessorato, dirigente, funzionario, assessore, uffici, impiegati e quant'altro di rito.
Biografia dell'autore
Rosario Rigano
L’incontro più importante che ha dato la svolta ai miei interessi culturali é avvenuta nel 2007, in occasione di un Forum Internazionale dell’Iccrom, svoltosi a Catania, imperniato sulla preservazione e gestione del Patrimonio Culturale, quando da giornalista ho incontrato il direttore generale dell’Iccrom monsieur Mounir Bouchenaki con il quale ho avuto un brevissimo dialogo sui metodi di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio in Sicilia. Alla fine di questo scambio verbale mi disse: “Lei da queste parti è una mosca bianca”. Era sicuramente un complimento e ciò mi spinse ad evolvere in pratica la didattica dei miei libri e degli attori preposti al settore.
Nell’organizzazione di due competizioni culturali, imperniate sulla preservazione, valorizzazione e promozione dei BB.CC., in due momenti diversi ottengo il patrocinio di Iccrom (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali), g.c. da monsieur Mounir Bouchenaki nel 2010, accompagnato da una bellissima lettera, e successivamente da CNI (Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco) g.c. dal presidente prof. Giovanni Puglisi nel 2012; segno di riconoscimento del valore sociale ed educativo delle iniziative.
La mia innata curiosità mi porta sempre più indietro nel tempo; il salto dalla storia alla preistoria è avventuroso, accidentato e colmo di imprecisioni come di miti da sbrogliare o da sfatare. Il percorso intrapreso oggi mi porta nei tempi, nei luoghi e negli eventi che hanno segnato culture e civiltà dei popoli che hanno percorso inospitali territori per giungere in Sicilia. Sassetti, Jones, Hagège e Caltagirone mi hanno spianato la strada verso nuove acquisizioni culturali ed interpretazioni.
Questa mia narrativa di ambientazione storica, in cui Siculina è testimonial e storyteller, cammina di pari passo con le scoperte di archeologi, glottologi, linguisti e genetisti per tracciare i percorsi, le culture e le civiltà di detti popoli. Ai ragazzi delle varie scuole che incontro ribadisco sempre: “Siamo alla ricerca delle nostre origini per formare la nostra identità”. Lo facciamo anche attuando comparazioni fonetiche ed etimologiche di moltissime glosse della lingua siciliana (come riconosciuta dall’Unesco) con la lingua sanscrita. Da cui emerge uno stretto e sorprendente imparentamento nei suoni (vedi Punjab - confine pakistano), nella forma e nei contenuti fra i vocaboli siciliani analizzati e quelli presenti nella lingua dei dotti.
Hanno capito che la strada da percorrere è impervia, lunga e accidentata. In effetti il percorso a ritroso nei Tempi, nei Luoghi e negli Eventi dei Siculi, dei Romani, dei Greci e poi nella cultura del Castelluccio ed indietro ancora fino alla cultura di Stentinello, non è stato per nulla agevole ma trovo assolutamente piacevole scoprire e imparare nuove culture e civiltà. Attualmente dirigo un periodico online che argomenta su turismo, beni culturali e ambiente.
Rosario Rigano. Narratore, scrittore, giornalista.