Siculina, sino ad oggi solo mascotte simbolica di Sicilia, è qui un'immagine che prende vita in un evento siciliano realmente accaduto. Essa incarna l'indole pacifica e la miscellanea di culture che si sono amalgamate in terra di Sicilia dalla notte dei tempi. In essa albergano origini, facies ed evoluzioni che si sono formate nei tempi, nei luoghi e negli eventi che hanno caratterizzato la lunga e per certi versi inesplorata storia della Sicilia e dei popoli che ne hanno forgiato l'identità.
La narrazione è imperniata tra il 488 e il 440 a.C. tra le attuali province di Siracusa, Catania e Messina con epicentro l'area del calatino (Caltagirone) prima dell'avvento greco-romano.
Siculina, orfanella sicula, irrompe casualmente nella vita del futuro Re dei Siculi, Ducezio. Siculina è una Shekelesh (così gli Egizi definivano i Siculi parte integrante dei Popoli del Mare) Ducezio è un indigeno figlio della Cultura Castellucciana presente all'epoca in gran parte della Sicilia per oltre cinquecento anni.
Gli eventi narrati pongono una nuova chiave di lettura su parte del territorio della Sicilia orientale fino ad oggi storicizzato solo a partire dalla presenza greco-romana. Si apre una grande pagina su tutto quanto omesso da narratori e filosofi greci così come dai retori romani sul periodo siculo in Sicilia a partire dal 1270 a.C.
Grande supporto, come lo è stato per molti versi, quello fornito da viaggiatori, glottologi e narratori dell'Ottocento, sicuramente culturalmente meno corrotti di chi li aveva preceduti e che poi si sono succeduti, viene dal team francese che ha portato alla luce il sito di Mehrgarh nel Belucistan pakistano nel 1974 risalente al 7000 a.C.. Il sito è considerato precursore della civiltà della valle dell'Indo a cui potrebbero essere legate origini e culture del popolo siculoBiografia dell'autore
Rosario Rigano
L’incontro più importante che ha dato la svolta ai miei interessi culturali é avvenuta nel 2007, in occasione di un Forum Internazionale dell’Iccrom, svoltosi a Catania, imperniato sulla preservazione e gestione del Patrimonio Culturale, quando da giornalista ho incontrato il direttore generale dell’Iccrom monsieur Mounir Bouchenaki con il quale ho avuto un brevissimo dialogo sui metodi di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio in Sicilia. Alla fine di questo scambio verbale mi disse: “Lei da queste parti è una mosca bianca”. Era sicuramente un complimento e ciò mi spinse ad evolvere in pratica la didattica dei miei libri e degli attori preposti al settore.
Nell’organizzazione di due competizioni culturali, imperniate sulla preservazione, valorizzazione e promozione dei BB.CC., in due momenti diversi ottengo il patrocinio di Iccrom (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali), g.c. da monsieur Mounir Bouchenaki nel 2010, accompagnato da una bellissima lettera, e successivamente da CNI (Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco) g.c. dal presidente prof. Giovanni Puglisi nel 2012; segno di riconoscimento del valore sociale ed educativo delle iniziative.
La mia innata curiosità mi porta sempre più indietro nel tempo; il salto dalla storia alla preistoria è avventuroso, accidentato e colmo di imprecisioni come di miti da sbrogliare o da sfatare. Il percorso intrapreso oggi mi porta nei tempi, nei luoghi e negli eventi che hanno segnato culture e civiltà dei popoli che hanno percorso inospitali territori per giungere in Sicilia. Sassetti, Jones, Hagège e Caltagirone mi hanno spianato la strada verso nuove acquisizioni culturali ed interpretazioni.
Questa mia narrativa di ambientazione storica, in cui Siculina è testimonial e storyteller, cammina di pari passo con le scoperte di archeologi, glottologi, linguisti e genetisti per tracciare i percorsi, le culture e le civiltà di detti popoli. Ai ragazzi delle varie scuole che incontro ribadisco sempre: “Siamo alla ricerca delle nostre origini per formare la nostra identità”. Lo facciamo anche attuando comparazioni fonetiche ed etimologiche di moltissime glosse della lingua siciliana (come riconosciuta dall’Unesco) con la lingua sanscrita. Da cui emerge uno stretto e sorprendente imparentamento nei suoni (vedi Punjab - confine pakistano), nella forma e nei contenuti fra i vocaboli siciliani analizzati e quelli presenti nella lingua dei dotti.
Hanno capito che la strada da percorrere è impervia, lunga e accidentata. In effetti il percorso a ritroso nei Tempi, nei Luoghi e negli Eventi dei Siculi, dei Romani, dei Greci e poi nella cultura del Castelluccio ed indietro ancora fino alla cultura di Stentinello, non è stato per nulla agevole ma trovo assolutamente piacevole scoprire e imparare nuove culture e civiltà. Attualmente dirigo un periodico online che argomenta su turismo, beni culturali e ambiente.
Rosario Rigano. Narratore, scrittore, giornalista.