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L'interesse dell'autore per la natura e per i tanti fenomeni ad essa connessi e da essa generati, lo ha sempre spinto verso tematiche e vicende che, nella cangiante presenza di un ambience mai uguale a se stesso, gli hanno proposto materiale e spunti per i suoi versi. Ha sempre avvertito la bellezza e l' insondabilità del mistero del mondo, della vita e del tempo; si è rivolto a questi con lo stupore di un bambino, là dove la ragione - oltre un certo limite - fallisce e dove si può arrivare solo col cuore e tentare di comprendere col sentimento.
Il profondo rispetto per la Terra che ci ospita - oggi pesantemente violata e caricata di un fardello troppo pesante e ingestibile per un armonico sviluppo e un meno accidentato cammino delle varie forme viventi che da lei traggono origine e sostentamento - lo ha stimolato più di una volta a riflessioni e considerazioni sul nostro destino e su quello degli animali nostri compagni di viaggio. Per questo ha sempre considerato il poco rispetto per l'ambiente, in ogni luogo e sotto ogni latitudine, come il più grave e imperdonabile peccato che l'umanità possa commettere. Contaminare fiumi, mari, laghi o insozzare le montagne, i boschi e la campagna; inquinare le sorgive, appestare l’aria con miasmi avvelenati, ardere le foreste, in una sfrenata corsa al profitto e all'accaparramento, avranno, per noi e per la vita in generale, effetti esiziali.
La Terra, pesantemente ferita, in poche centinaia di migliaia di anni - nulla in confronto ai 4 miliardi e mezzo circa della sua esistenza - saprà curarsi e guarire da sola e tornare vergine e bella, pura ed incontaminata.
Noi, molto, molto prima, avremo scritto la nostra definitiva condanna.
Ciò non coglie che i superstiti bagliori della nostra piccola gemma azzurra, incastonata nell'immensità buia e fredda del cosmo, con la sua bianca compagna, riscaldata e illuminata da una benevola stella di media grandezza, ci commuova ancora e ancora ci inviti al sogno, al canto e alla poesia.