Hanno navigato per grandi mari, attraversato fitte foreste ed aridi deserti, valicato impervie montagne, affrontato mille pericoli, approdati anche su ripide coste e raggiunto mete lontane senza bussola per giungere in Italia e in Sicilia
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Dire che mi sono inerpicato lungo i ripidi pendii dello scibile umano è dire poco sebbene altre locuzioni non riescano ad esprimere lo stesso grado di peripezie culturali, d'impegno e di studio. Nel corso delle mie ricerche ho avuto modo di apprezzare un grande lavoro dove studi e ricostruzioni evidenziano che le città del Mediterraneo erano il luogo di sosta dei viaggiatori della Rotta dei Fenici punta a mostrare al viaggiatore i nostri comuni percorsi, collegando paesi di tre continenti e oltre 100 città che hanno avuto origine dalle antiche civiltà del Mediterraneo. Queste le odierne nazioni interessate per questa rotta. Albania, Belgio, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Libano, Malta, Spagna, Tunisia, Slovenia, Ukraine.
Ma io ho avuto la possibilità di ricostruire una rotta ancora più antica e sicuramente più complessa oltre che più estesa, veramente internazionale. Non una sola rotta ma diremo "Le rotte dei Sikani, degli Elimi, dei Siculi e degli Etruschi; quattro grandi culture, conoscenze e civiltà che hanno dato vita a tantissime città in Europa, in Italia e in Sicilia. Questi popoli hanno attraversato ben 14 odierne nazioni e precisamente: India, Iran, Iraq, Siria, Turchia (Mezzaluna Fertile - Mesopotamia), Bulgaria, Grecia, Egitto, Romania, Albania, Serbia, Bosnia, Dalmazia e Italia. Da quelle parti del mondo sono giunte in Sicilia arti, culture, saperi, esperienze, tecniche, conoscenze, riti, devozioni ma non religioni perché le odierne religioni nella preistoria non esistevano, si percepivano credenze che non erano determinanti negli spostamenti delle tribù.
Da notare che secondo le ricostruzioni ad oggi verificate, questi popoli hanno percorso la rotta dei Monsoni tremila anni prima dei romani e tutto questo porta in Sicilia, nella fascia ionica e specificatamente i Siculi a Capomulini.
Rosario Rigano